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Poesia come nuova origine

Ötzi: poesie da conservare è una rubrica di poesia curata da Luigi Cannillo. Ogni mese una proposta di lettura con un breve commento al testo. Il 19 settembre 1991 venne ritrovato in Val Senales (Trentino-Alto Adige) il corpo perfettamente conservato di un uomo risalente all'età del rame, ribattezzato poi Ötzi. Il clima all'interno del ghiacciaio in cui fu ritrovato permise una conservazione completa del suo corpo. Allo stesso modo, vogliamo intendere le poesie che proponiamo: corpi da conservare, al di là del fluire del tempo.



Numero tre


Sogno, o la terza vita di ogni fiume | di Yang Lian



Dopo la Rivoluzione Culturale cinese i poeti definiti dalla cultura ufficiale come “brumosi” (menlong, incomprensibili) ritornano alla parola delle origini e della poesia classica (Sole, Terra, Pietra, Fiume, Vita, Morte, Oscurità, Dolore) per poter esprimere le esperienze interiori grazie a un atteggiamento più libero e creativo. Ma, paradossalmente, le loro poesie, proprio per le radici a cui si riallacciano, risuonano ai contemporanei in modo insolito e straniante. Yan Liang ricorda questa fase della propria formazione poetica in una recente intervista:



Ecco che parole come fiume, sogno, albero, primavera sono fondamenti dell’inizio, parole base dell’origine. Però, ben lungi da essere utilizzate in chiave conservatrice, esse esprimono l’eterno e il presente.. Il sogno diventa uno crogiolo esemplare perché reale e immaginario possano fondersi e “verbalizzarsi” come condizione di immanenza. Il percorso delle traduzione da cinese a inglese a italiano naturalmente influisce sulla sintassi e la versificazione dei testi. Chi fosse interessato ad apprezzare il poeta in cinese può trovare in rete diverse riprese video, tra cui https://www.youtube.com/watch?v=vlnS66C-Lf4 dal Festival di poesia di Berlino del 2010.


Ma anche nella versione italiana risalta un ventaglio aperto di allegorie con le sequenze di alcune parole chiave, tra le altre, “sogno -oscurità - notte- nessuno che dorma o si svegli” oppure “verde- albero- primavera”. E, in particolare, “vita - fiume - riva”, dal titolo fino all’ultimo verso.

Il fiume è la forza magnetica di vita, rischio e spavento. Sono le correnti del fiume a evocare nelle folate imprevedibili dei versi di Yang Lian l’amore, le ossa e la malasorte. Per chi legge questa poesia è propizio seguire la corrente e le onde delle immagini e dei versi, anche toccando il fondo. Pervenire alla terza riva, a ciò che convenzionalmente non vediamo perché non appartiene al repertorio del reale ma che esiste nella percezione e nella rappresentazione artistica e poetica. Che in quanto tale può appartenere a “ogni fiume”, al sogno del lettore. Come una nuova vita, una riva in più.






Sogno, o la terza vita di ogni fiume



il verde è il più crudele dei pugnali

ma un sogno è abbarbicato come un crimine ai campi di ieri

abbarbicati alla sedie di legno di ogni albero di pino

i morti cominciano la scuola


colui che sogna deve

seguendo una primavera scorrere in questo fiume

seguendo il fiume battere la terza riva fra bianche ossa


questo bianco amore né esistente né illusorio

eppure che costringe al rischio la rosa quotidiana

ti fa tornare al passato in mezzo a un incendio

una musica eseguita fin dall’infanzia è sempre più spaventosa all’ascolto

ferita tenuta fresca dall’oscurità come la stanza della notte

anche una mano premuta sul cuore ha un’eco

sempre più vuota assediata dal fondo del fiume

solo in sogno riconosce la malasorte che i poeti non riescono ad evitare


è la tua stessa malasorte


l’intera vita è una notte ad occhi sbarrati

la terra che vedi in sogno sprofonda incessantemente sotto i tuoi piedi

quando affonda nella carne è profonda come la caduta nel

vizio sulla terza riva nessuno che dorma o si svegli




da “Tenebre” in Dove si ferma il mare, Scheiwiller, 2004, trad. di Claudia Pozzana, successivamente Damocle Edizioni, 2012









Nota bio-bibliografica

Yang Lian è un poeta svizzero con cittadinanza britannica naturalizzato cinese: nato in Svizzera nel 1956 si è trasferito da bambino a Pechino. Dopo la rivoluzione culturale del 1966 è stato inviato nella contea di Changping per sottoporsi a un ciclo di rieducazione attraverso il lavoro si avvicinato al mondo della scrittura e della poesia. Al rientro nella capitale, avvenuto solamente nel 1977 ha cominciato a lavorare nell'emittente radiotelevisiva nazionale. Allo scoppio della protesta di Piazza Tienanmen del 1989 si trova ad Auckland per partecipare a una conferenza alla locale università, decidendo poi di rimanere in esilio in Nuova Zelanda. Risiede a Londra dal 1997 e nel 2008 ha ricevuto la cittadinanza britannica. Ha ricevuto importanti premi e riconoscimenti internazionali.

In Italia sono stati pubblicati Dove si ferma il mare , Scheiwiller, 2004, traduzione di Claudia Pozzana - successivamente Damocle Edizioni, 2012 - e Elegia Veneziana, 2019, Damocle Edizioni, traduzione inglese di Brian Holton, traduzione italiana di Federico Picerni.

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