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Quaderno di traduzioni /1 - Il Manifesto Errorista di Harmony Korine

Harmony Korine, poliedrico regista, scrittore e artista della bassa fognaria hollywoodiana. Il suo metodo immaginifico-associativo e un uso smodato di droghe gli hanno spesso fatto produrre mostri dell’inconscio, conservati in diari sgangherati o inseriti nelle ancora più sghembe sceneggiature dei suoi film. Non tutto quello che è ascritto al pensiero dell’autore è da prendere seriamente, ma tra puri deliri e divertissement creativi (a titolo d’esempio prendere attenta visione del DNA FCX WHORE – aka EZE RiP FUCK APD, ps. SORRY), si scova un’interessante dichiarazione poetica che è specificatamente cinematografica (“così ho fatto Julien Donkey-Boy”[1]) e più latamente artistica, volta a scardinare il meccanismo perfettamente oliato della narrazione hollywoodiana, di cui Korine pure fa parte.

Il regista e artista americano si presenta così come un sabotatore dall’interno del continuity system, una voce indipendente che mira al sovvertimento (programmatico?) di uno status quo interno generato su un livello sia morale che mediale, tutto interno al linguaggio del cinema hollywoodiano: da un lato sono celebri le sue provocazioni, il suo gusto per l’orrido, il disturbante e il miserabile, la sua preferenza per personaggi al di fuori di ogni ragione o costume (i famigerati Trash Humpers, due malati di mente che “fanno cose antisociali in una maniera non-narrativa”, come ingravidare cassonetti della spazzatura, vomitare per strada o generici atti di violenza ingiustificata), e la sua affiliazione a registi o movimenti già dichiaratamente al di fuori della Hollywood commerciale, come Larry Clark (per cui scrive giovanissimo la sceneggiatura di Kids e Ken Park), Gus Van Sant e Werner Herzog (suo protettore e protagonista di molti suoi film), il gruppo afrikaans Die Antwoord, Björk, o il Dogma 95 di Lars von Trier[2].

Dall’altro lato l’opera di sabotaggio si fa anche linguistica, in un’ansia di scontro che è ben più di una metafora: così ad esempio, nell’opera incompiuta Fight Harm, Korine rischia la propria salute in una sorta di happening registrato in macchina da presa, impersonificando un linguaggio cinematografico esploso in un’orgia di insensatezza; e ancora, la sua opera di intensa manipolazione dell’immagine, spesso compressa, sgranata (Julien Donkey-Boy) o, al contrario, sovraesposta ed eccessivamente saturata (Spring Breakers), fino ad arrivare a vere e proprie operazioni di violenza contro pellicola e fotografia, come nelle numerose fanzine pubblicate nel corso degli anni ’90, punta dell’iceberg di una più ampia opera di “idiosincratica decostruzione della cultura mediatica”[3].


Lasciamo al lettore un’ulteriore esplorazione nella folle opera di Korine, fra eventi-limite (ad esempio l’intervista alienata al David Letterman Show, da cui fu cacciato perché, sotto effetto di droghe, fu sorpreso a rovistare nella borsetta di Meryl Streep), bizzarre opere d’arte (fra cui spicca sicuramente Et and Osama), e lavori ancora più estremi (The Diary of Anne Frank Part II, che figura ragazzine sataniste e scene in found footage variamente funebri). La sua produzione è in parte recuperabile nel database online non ufficiale.


Proponiamo qui una traduzione italiana di parte dei suoi Diari, nelle pagine dedicate alla sua personale dichiarazione di poetica, che definisce Errorista. Il testo è accompagnato da un apparato di note e glosse che permettano al lettore meno esperto di poter entrare nel complesso bosco di citazioni e suggestioni di cui queste pagine si compongono.


Avvertenze per la lettura: molto di quello che è qui scritto, per quanto proposta meritevole, è probabilmente dovuto all’instabile psiche di Korine. Dare il giusto peso a ciò che si legge in questi testi, ma non misurare sul bilancino della suprema coerenza razionale.


Testi originali:


Nb. L’editing e il layout originali sono stati riprodotti 1:1 come li ha trascritti Korine nei suoi diari. Tutti gli “errori” di battitura nelle traduzioni sono (ovviamente) voluti, in quanto già negli originali di Korine. Non sarebbe un manifesto Errorista, altrimenti.


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[Guida completa e diretta al “cinema errorista”]


{Vita e opinioni}/Tristram shandy;[4]


verità/bugie- “il più grande romanzo di tutti i tempi sarà un romanzo composto unicamente da citazioni di altri. Senza citare le fonti a meno che, a meno che non vengano accreditate volutamente all’autore sbagliato, ant-ipaternità/bugia, appositamente al fine di confondere il lettore. O per fare andar via tutti gli hippie dal tuo giardino di casa.”


Bernie “prince” billie[5] [potessi scoparmi una montagna, oh mi scoperei una montagna, e lo farei con donne nella valle. Se lei dovesse precipitarsi verso di me, (segnando?) lì ogni notte per me, con un diverso e gambe che faranno non abbastanza] Scenario progetto di b-scienza dove l’esplosione è documentata. Aktionisti. Nichte et al muller, otto, commune nazi merdel collettivo.


(eustache s’è ucciso dopo aver fatto la madre e la puttana lungo 219 mn[6])


dottore- 1. pistolero ficher quindi sven nike.


(ognuno per se stesso e dio contro tutti_)

  1. mi sento debole

  2. anch’io.

  3. hai un padre?

  4. sì.

Spielberg ha fatto il bottinocausto nell’immagine di E.T.


Decostruzione- joyce Vescovo a papa a ordetts – [carl theodore giro del dreyer}[7] la passione che non è mai finita)


Digi fanculo digi cocaina, telecamere, fanculo tutto, apri polsi e francis bacon con un tatuaggio che sis brevità è il – dell’intelletto. È uno strumento. Il video è uno strumento, che è tutto, e la tua rivoluzione può andarsene a fanculo[8].


Laird benn[9]- ogni volta che la verità è scoperta, l’artista si aggrapperà sempre con sguardo rapito a ciò che rimane a coprire persino dopo tale scoperta, ma l’uomo teoretico gode e trova piacere nel coprire scartato e trova il maggiore oggetto del proprio godimento in un costante scoprire che ha successo grazie ai suoi sforzi.


Un preludio-wagner o Finnegan’s wake.


la cocaina non è una vitamina per gli sperimentalisti profetici del giorno. Il mio walter Benjamin aveva guance d’itterizia ma ha scritto l’arcades project con hitler sulle sue spalle[10].


Videocamera l’angolo sulla grace kelly, videocamera leggera, mi sono dimenticato che dire. Tutti i registi tranne alcuni, dicano le loro preghiere.


Il dogma 95. (Credevo che i fratelli avessero sangue in comune.) Al mio confratello Dane[11] interessa se dovessi morire domani? Devo confessare. A me interessa?


4c- RICADUTA- quest’arte, cinema, se è lui, e so che può esserlo e lo è stato, m’ha sottratto e distrutto molto più di quanto mi abbia riempito. Mi ha aiutato a rafforzare il mio disprezzo per lo spettatore sempliciotto. La capra indottrinata che non crede in nulla. Colui che dirige deve eavere fede in dio perché colui che comprende a fondo il potere rende la vita piena.


Il futuro è qui ed è una merda, ed è sorrisi su poster, e, ancora peggio, il nemico del futuro è l’emozione[12]. Provare qualcosa è morire. E la maggior parte seduti nell’oscurità sono morti. E felici di essere morti. Non capisco nulla di ciò che la gente vuole, nulla. ma vorrei capirlo.


Disintossicazione – Non voglio risposte. Solo i vostri errori possono salvarmi.


deismo- Creazione 101 anni/o come edison ha distrutto dio[13] – quando la telecamera ha riprodotto a 24 frame, l’uomo guardò e vide se stesso sullo schermo. S’è visto grande. Fu solo grazie al cinema che l’uomo poté vedersi per come pensava realmente di essere e o chi voleva essere. E fino a quel momento l’uomo aveva pensato a dio in semplici, comodi termini, abbiamo dovuto visualizzarlo. Dio per noi era grande e non aveva compitizione. Ora che siamo della stessa dimensione di dio, non ne abbiamo bisogno, è inutile per noi, possiamo andare a sederci nel cinema/tempio la Domenica. Dio ti suiciderà. La vergine maria è bardot. Dio ci ha lasciato qui con 32 film di elvis tutti doppiati in tedesco.


Bresson– ucciditi quando sei annoiato, ha sniffato eroina sul tetto di una golf cart nell’estate del 69[14] l’anno in cui ho vinto il pulitzer.


Sono uno degli enormi “errori” di dio.


Laird henn


(fu harmony korine)

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[Discussione sul Dogma 95]


si tratta di ciò che porti in tavola annotato


per la prima volta una persona può improvvisare da sola nella telecamera nella stessa maniera per cui è nato il free jazz. una progressione naturale con un pubblico a cui non interessa vedere alcuna vera progressione cinematica. il Film come Arte[15] è un’idea il cui tempo è ormai scaduto. oggi un maestro come Bergman riuscirebbe anche solo farsi finanziare i propri film? no, mai


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Il manifesto errorista


Questo è ovviamente per color che hanno fatto o faranno un film secondo il dogma 95. Anche se non ho avuto nulla a che fare con il voto di castità paternità[16] vorrei proporre un tentativo meno superficiale.

  1. niente trame. Solo immagini. Le storie vanno bene.

  2. tutto il montaggio viene fatto solo nella macchina da presa.

  3. abbasso le macchine da presa / un muro di immagini / il filospettatore del ciné

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Dichiarazione Errorista – Harmony Korine[17]

  1. non sono mai stato attratto dall’etichettare cose. Ma mi sento costretto a dichiarare la mia adesione a un modo di creazione conosciuto come “errorismo”

  2. sono un “errorista” e ogni lavoro che produco aderisce agli occupanti legati all’etichetta/movimento.

  3. (i fattori coinvolti includono)

  4. Tutti i modi di lavoro esistono per produrre un singolo prodotto. ogni sfaccettatura si costruisce sulle altre.

  5. non puoi mai stabilire la differenza tra i diversi modi della creazione.

  6. Un’estetica completamente unificata.

  7. Gli errori sono belli.

  8. non esistono i veri errori. solo un più moderno modo di ripensare.

  9. Il suicidio è una dimostrazione di forza.

  10. solo nella casualità e negli “errori” si può indicare ciò che è troppo profondo per essere espresso in una maniera diretta e vera.

  11. partite di calcio, progetti di scienza ed esplosioni.

  12. invece di girare una scena – documenta l’azione

  13. Provocazioni

  14. Eredità – Lignaggio – Pregiudizio.

  15. la gramatica ha più senso quando le parole sono sbagliate e utilizzate scorrettamente nel senso tradizionale della parola.

  16. —————-

  17. Barzellette senza fulmen in clausola.

  18. Eremiti e Solitudine rurale

  19. Un “Errorista” deve credere in Dio sopra ogni altra cosa.

è così che ho fatto Julien Donkey Boy[18]


Il DOGMA 95 è primitivo “Errorismo.”[19]

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[1] Citazione dai Diari, accessibili presso http://www.harmony-korine.com/paper/main/filmography.html e qui tradotti. [2] Per un’introduzione sull’argomento: Dogma 95, Enciclopedia del Cinema Treccani. Per un’analisi puntuale sulle differenze e le intersezioni fra Dogma 95 e produzione di Korine, cfr. le note in accompagnamento alla traduzione. [3] Dazed & Confused, maggio 1999. [4] Riferimento all’opera di Laurence Sterne, La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo. La citazione ha un duplice valore letterario: il protagonista del romanzo è, appunto, Tristram “Shandy” (idioletto dello Yorkshire per un comune idiota confuso e ubriacone), mentre l’opera in sé è considerata uno dei massimi esempi di contro-letteratura, parodica e sperimentatrice alla massima potenza, fin dalla veste editoriale, tanto che venne presa a esempio dalla letteratura d’avanguardia modernista e post-modernista. Con questo incipit Korine sta lanciando un chiaro messaggio: da un lato afferma la propria affiliazione a un certo tipo di cultura indipendente e non allineata, contraria allo status quo, e dall’altro avvisa di non prendere troppo sul serio ciò che segue, essendo lo scrittore uno “shandy”, un povero e confuso ebete. [5] Storpiatura dello pseudonimo, Bonnie “Prince” Billy, dell’artista folk indipendente Will Oldham, con cui Korine ha collaborato a più riprese. Si ricorda tra l’altro il suo contributo nell’album Ease Down the Road, dove Korine fornisce le urla di sottofondo alla canzone A King at Night. [6] Riferimento al suicidio (1981) del registra francese Jean Eustache, autore di La maman e la putain – lungo, appunto, 219 minuti -. [7] Riferimento al film Ordet, del 1955, del celebre regista danese Carl Theodor Dreyer. La citazione potrebbe essere un semplice riferimento al contesto danese in cui nasce il Dogma 95, più che la dichiarazione di un modello: lo stile di Dreyer non ha infatti assolutamente nulla a che spartire con Korine e i suoi maestri. [8] Dichiarazione di assoluta fedeltà al mezzo cinematografico e al suo medium tecnico, la macchina da presa, al centro inderogabile della dichiarazione di poetica propria del Dogma 95. [9] Storpiatura dello pseudonimo (Laird Henn) dello stesso Korine, identificato in seguito col protagonista di Gummo (1997), il suo primo film. [10] Riferimento all’Arcades Project, l’ultima, monumentale e incompiuta opera dello scrittore e critico letterario tedesco Walter Benjamin, che si suicidò nel 1940 per sfuggire alla cattura nazista (“con hitler sulle spalle”...). [11] Forse riferimento alla Thomas Dane Gallery di Londra, presso cui fu esposta la sua opera The Diary of Anne Frank Part II, o vago riferimento al suo collega e maestro danese (“dane” in inglese) Lars von Trier, fondatore del Dogma 95. [12] Dichiarazione perfettamente in linea con quella del Dogma 95, avverso a un cinema di emozioni ruffiane: “Il risultato è vuoto. Un’illusione di pathos e un’illusione d'amore. Per Dogma 95 il cinema non è illusione”. [13] Riferimento al sotterraneo terremoto culturale che l’invenzione della lampadina e dei sistemi massificati di produzione di energia elettrica da parte di Thomas Edison portò alla concezione cristiana del mondo: Dio come portatore della luce della verità viene destituito dall’uomo e dalla sua nuova scienza. Tale visione millenaristica delle invenzioni di Edison viene accomunata all’idea della nascita del cinema secondo Korine: lo schermo come dispositivo di visualizzazione del sé e di Dio, che, in quanto ora visualizzato nitidamente in pellicola, perde ogni fascino. [14] Riferimento (abbastanza oscuro) al film Une femme douce del 1969, di Robert Bresson. [15] Riferimento alla raccolta di saggi sotto il nome Film als Kunst (Film come Arte, 1932-57) dello storico dell’arte Rudolf Arnheim. In essa viene propugnata un’idea fenomenologica del medium cinematografico, in cui avviene una ricreazione a priori da parte dell’autore prima e dello spettatore in seguito, e come tale anche il cinema può essere considerato una forma d’arte. Viene inoltre propugnata una visione fortemente manipolatrice dell’oggetto-film, per cui è preciso compito del regista-artista arricchire e modificare la pellicola caricandola di profonde connotazioni simboliche, in modo da accentuare la sua separazione dalla semplice realtà osservata. Tutto ciò è in forte ed evidente contrasto con gli assunti del Dogma 95, che professa, al contrario, assoluta aderenza all’osservabile e manipolazione minima della pellicola, se non direttamente durante la ripresa, e in generale un cinema non ideologico, anti-simbolico e di grezzo impatto. Da qui il radicale rifiuto dell’avanzata tecnica con cui Hollywood produceva all’epoca i suoi film: “Oggi infuria una tempesta tecnologica, da cui deriva l’elevazione dei cosmetici a Dio. Usando la nuova tecnologia chiunque in qualsiasi momento può lavare via gli ultimi granelli di verità nell’abbraccio mortale della sensazione. Le illusioni sono tutto ciò che il cinema può nascondere dietro di sé”. [16] Riferimento al nome iconico con cui era anche conosciuto il manifesto del Dogma 95: il Voto di Castità. [17] La Dichiarazione per punti ha uno stile e un layout molto simili alla sua controparte del Dogma 95. [18] Il suo secondo film, e il più aderente in assoluto ai dettami del Dogma 95. [19] Questo perché riprendere tutto ciò che accade a schermo, senza filtri né premeditazione (completo cioè di ciò che altri definirebbero “errori”), corrisponde all’assunto principale del Dogma 95, per cui il film deve riprendere la realtà per come si presenta, senza alcuna interpolazione. L’imprevedibilità della ripresa dal vivo, composta da una serie di “errori” che si fanno struttura stessa del racconto, è il nucleo dell’estetica del Dogma 95: “La prevedibilità (drammaturgia) è divenuta il vitello d'oro attorno al quale noi danziamo”.

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