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Il fendente della strofa



Ötzi: poesie da conservare è una rubrica di poesia curata da Luigi Cannillo. Ogni mese una proposta di lettura con un breve commento al testo. Il 19 settembre 1991 venne ritrovato in Val Senales (Trentino-Alto Adige) il corpo perfettamente conservato di un uomo risalente all'età del rame, ribattezzato poi Ötzi. Il clima all'interno del ghiacciaio in cui fu ritrovato permise una conservazione completa del suo corpo. Allo stesso modo, vogliamo intendere le poesie che proponiamo: corpi da conservare, al di là del fluire del tempo.






Numero quattro


Il fendente della strofa | di Christian Tito




La poesia di Christian Tito (1975 – 2018) si staglia con nettezza di fronte ai vari manierismi contemporanei. Lo fa estendendo il proprio arco da tematiche più personali e introspettive ad altre che riguardano collettività, alienazione, dinamiche di sfruttamento e consumo. Christian va, diretto e fluido, verso la realizzazione di una struttura, di una consapevole architettura del testo. Ma quanto lavoro, dietro quelle linee e quelle dinamiche. Quanto confronto con se stesso, con la poesia altrui, e quanta ricerca per arrivare alla formalizzazione ideale. Fondamentale il suo rapporto epistolare con un grande maestro come Luigi Di Ruscio, testimoniato da Lettere dal mondo offeso (L’arcolaio Ed., 2014), ma anche quello con gli amici poeti più vicini.






Tra le due poesie qui proposte in un dittico, entrambe presenti nella raccolta antologica di recente pubblicazione C’è un fuoco da portare, a cura della redazione di Perìgeion, (Pietre Vive, 2022), trascorrono alcuni anni, ma entrambe segnano un percorso: ci colpiscono per la posizione esplicita dell’Autore, nel suo affrontare senza retorica questioni rispetto alle quali altri svicolano o fanno piccoli comizi in versi: il lavoro, i bisogni indotti dal consumo delle merci, il corpo come entità insidiata e alienata e, in particolare, la pervasività dell’industria farmaceutica e cosmetica. Passando dalla consapevolezza della propria esperienza lavorativa e dalla denuncia allo slancio di tenerezza della chiusa del secondo testo. Da farmapoeta o farmartista come si definiva, Christian Tito lo fa nel segno esplicito – e nella strenua ricerca - della poesia come forza etica e di denuncia. E realizza nei testi i suoi propositi. In particolare qui nella loro costruzione, nella articolazione e nella connessione delle strofe, che assumono fluidità ed espressività sintetizzando la compattezza di contenuto e forma. Notevole la coerenza delle immagini, sempre chiare ed efficaci, rispetto allo sviluppo del tema, la presenza di assonanze o di riprese lessicali mai ridondanti, e, non ultima, la sapienza delle chiuse. Così il poeta, l’amico mite ed espansivo che ci ha lasciato troppo presto raccoglie l’arma della poesia e nei versi, da una strofa all’altra, si fa strada, realizza, e a forza di fendenti si fa largo e compie il testo.




ISTANTANEA


Tra la tangenziale e l’inferno in un cubo grigio a molte stelle

l’opportuna sede del meeting sul mercato

ed ecco il mercato in forma di torta e attorno alla torta molti coltelli e le figure coi coltelli pronte a scannarsi

un uomo scorre febbrile le diapositive e febbrilmente cita uno scrittore che scrisse: “non importa se tu non ti interessi della guerra perché è la guerra che si interessa di te”

un poeta travestito da loro dipendente scrive: “non importa se voi non leggete le poesie perché sarà la poesia a leggervi tutti”.




da Tutti questi ossicini nel piatto, Ed. Zona, 2010

e, successivamente in C’è un fuoco da portare. Ed. Pietre Vive, 2022



***



Forse noi no, ma lo sanno i nostri corpi

della violenza imposta su di tutti


Lo sa bene la pelle

che si sfalda in mille croste

e le nostre colonne e le vertebre e i dischi

che tentano la fuga perfino dalle ossa,

ne hanno forte percezione i nostri stomaci

bucati dagli acidi in eccesso


non esagerava il poeta nell’esporre le sevizie,

la merda ingoiata per il piacere dei mostri.


Forse voi no, ma io so cosa compriamo

per mettere tutto a tacere,

come si usa la chimica

nella coscienza dei corpi,

come spegniamo la luce ai bambini

quando hanno ancora gli occhi aperti


in Da Dove sto scrivendo (2018)

da C’è un fuoco da portare. Ed. Pietre Vive, 2022







BIBLIOGRAFIA LETTERARIA

da https://perigeion.wordpress.com/christian/



Il segreto del fuoco, poesie* Dell’essere umani, poesie (Manni Editore, 2005) Tutti questi ossicini nel piatto, poesie (Zona Editrice, 2010) Lettere dal mondo offeso (con Luigi Di Ruscio), epistolario (L’arcolaio, 2014) Ai nuovi nati, poesie, con una incisione di Alejandro Fernandez Centeno (Fiori di torchio, 2016) Da dove sto scrivendo, 2018, raccolta di poesie a oggi inedita, salvo quanto nei due voll. qui sotto: Cinque poesie nell’antologia La nostra classe sepolta. Cronache poetiche dai mondi del lavoro, cur.Valeria Raimondi (Pietre Vive, 2019) C’è un fuoco da portare. Poesie di Christian Tito, antologia 2005-2018 (compresi ampi estratti di Da dove sto scrivendo) a cura della redazione di Perìgeion (Pietre Vive, 2022 )


*in una intervista su Margutte Christian afferma di voler ricordare solo il titolo di questo libro.



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