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II



Astratti Furori è concepito come contenitore di proposte, suggestioni, inviti, consigli, attinenti ad aspetti variegati della fruizione culturale. Iniziato come progetto collettivo su Facebook (https://www.facebook.com/Astratti-Furori-328170347375115), si trasferisce su questo spazio mantenendo la stessa forma e gestione. Ogni mese arricchiremo questa sezione di nuovo materiale, con l'idea di allargare lo sguardo al di fuori dei confini di Gelo, rivolgendosi a tutto ciò che catturi il nostro interesse.


ASTRATTI FURORI - II

(mese di Marzo)




"The Matrix is real" - Philip K. Dick - Conferenza Metz, 1977


Spesso le persone affermano di ricordare le vite passate; io invece sostengo di ricordare una vita presente diversa, molto diversa. Non conosco nessuno che abbia mai fatto questa affermazione prima, ma sospetto piuttosto che la mia esperienza non sia unica; ciò che forse è unico è il fatto che sono disposto a parlarne.

(Philip K. Dick)





 

Tulsa (Larry Clark, 1971)


Ben prima di diventare un regista cinematografico, Larry Clark ha immortalato nel suo primo libro di fotografie, Tulsa (1971), la sua vita e quella dei suoi amici a Tulsa (Oklahoma), città in cui è nato e cresciuto, catturando tra il 1963 e il 1971 una favola aspra e feroce, fatta di sesso, armi e tossicodipendenza. Il valore di queste fotografie, fra il documentario, la confessione e la scopofilia, sembra risiedere nel perfetto bilanciamento tra la violenza di un’onestà quasi insostenibile e i diversi momenti d’intimità e solitudine contemplativa in cui ritroviamo i soggetti fotografati.











 

Maurizio Pierfranceschi


senza titolo, 2011

paesaggio con figura, 2015

da Terre Limose, 2015


Exsiccata, 2008


 

Les Maîtres Fous (Jean Rouch, 1955)


Les maîtres fous (1955) è probabilmente il lavoro più conosciuto dell’etnologo e documentarista francese Jean Rouch. Si tratta di un prezioso documento sull’Hauka, un rituale di possessione in uso fra i Songhai e che ha raggiunto la sua massima espressione in Ghana, importatovi dagli immigrati nigeriani. Il film è girato nella periferia di Accra (tre anni prima dell’indipendenza ghanese) su richiesta degli stessi officianti del culto fieri della loro arte. La pellicola ci mostra una violenta cerimonia catartica entro la quale i partecipanti vengono posseduti dagli spiriti degli amministratori coloniali, attraverso una rappresentazione del regime da parte dei membri del culto. Non mancano una Union Jack riprodotta con teli colorati, fucili di legno, elmetti militari e un piccolo “totem” rappresentativo del governatore. Il film, presentato al Musée de l’Homme di Parigi nel 1955, fu rifiutato dagli etnologi presenti, considerato intollerabile e perfino razzista. Solo col passare degli anni questo lavoro si imporrà, soprattutto in Africa, come un vero e proprio film anticolonialista, il cui spirito può essere racchiuso in una delle frasi introduttive:

«Nessuna scena è segreta o proibita, ma aperta a coloro che vogliono stare al gioco. E questo gioco violento non è che il riflesso della nostra civiltà».










 

Brutalismo e Post-Punk

Un breve articolo preso dalla rivista domus sui rapporti fra il movimento post-punk e l’architettura brutalista.

«Le superfici in cemento a vista sembrano trovare una trasposizione perfetta nelle soluzioni cromatiche delle fotocopiatrici Xerox, la cui arte – la photocopy art – diventa espressione di opposizione ad una cultura dominante fatta di strobosfere, vezzi ed eccessi. Non è un caso che la gioventù post-punk, emarginata dalla ruggente società dei consumi occidentale, sviluppi, quasi come ripicca verso il mondo che ha tradito le periferie, una fascinazione per il blocco sovietico, dove l’architettura brutalista ha raggiunto alcune delle sue massime espressioni».
 

Vincenzo Scolamiero

alla nostra terra


poi null'altro era rosso, 2018


Della declinante ombra, 2018


senza permesso in un campo, 2014


senza permesso in un campo, 2014


 

Klaus Kinski, Jesus Christus Erlöser - Parte II, 2008


Jesus Christus Erlöser è un documentario del 2008 diretto dal regista Peter Geyer, su uno spettacolo teatrale di Klaus Kinski ispirato alla vita di Gesù Cristo.

"Potete pregare quanto volete, io non vi ascolto"


 

Notes on film noir (Paul Schrader, 1971)

Vi proponiamo lo storico articolo di Paul Schrader sul cinema noir del 1971, condiviso dalla Columbia University. L’articolo si concentra su di un arco di tempo che va dall’adattamento di John Huston del Falcone Maltese (The Maltese Falcon, 1941) all’Infernale Quinlan (Touch of Evil, 1958) di Orson Welles, rintracciando i debiti estetici con l’espressionismo tedesco e indicando le coordinate di un genere che, come una linea d’ombra, ha attraversato gli Stati Uniti dalla seconda guerra mondiale alla guerra fredda passando per il maccartismo.


«Perché il cinema noir era prima di tutto uno stile, perché ha risolto i suoi conflitti visualmente piuttosto che tematicamente, perché era consapevole della propria identità, è stato capace di creare soluzioni artistiche a problemi sociologici. E per queste ragioni film come Kiss Me Deadly, Kiss Tomorrow Goodbye e Gun Crazy possono essere opera d’arte in un modo che film di gangster come Scarface, Public Enemy e Little Caesar non potranno mai essere»

(Paul Schrader)





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